lunedì 23 giugno 2014

RIFLESSIONI

E' da diversi mesi che non posto più qualcosa nel blog, da quando qualcosa di importante e di serio stava accadendo alla mia vita, alla mia salute. Un tumore stava entrando a far parte della mia vita, della mia esistenza...... qualcosa che non mi apparteneva stava pian piano crescendo in me, iniziando a minare il mio corpo, la mia tranquillità, la mia quotidianità, la mia precaria serenità. Bhè! sì quella non c'è mai stata in toto o in pieno, negli anni sono pochi gli episodi dove ricordo di essermi sentito sereno, ma questo fa parte di un altro capitolo della mia storia vissuta. Fino a qualche anno fa..... sei per l'esattezza, nella mia vita la parola tumore era sempre stata una cosa marginale, sentita in televisione, letta nei giornali, nei libri o su internet, ma mai appartenuta a pieno nella mia vita. Con la notizia che una mia zia si era ammalata di questo brutto male e vederla spegnersi nel giro di un anno e mezzo, è stato per me uno choc tremendo. Ho vissuto malissimo quel periodo, tant'è che quando è venuta a mancare non sono riuscito neanche a dargli il mio ultimo saluto. Poi ho conosciuto un ragazzo che sin dal nostro primo chattare mi raccontò della sua brutta avventura con questo terribile male, con tutte le conseguenze che ha procurato a lui e la sua famiglia. Diventati amici, oggi amici del cuore e inseparabili devo dire, l'anno successivo al nostro primo incontro virtuale, ha voluto che lo accompagnassi a Milano per le sue visite annuali e periodiche all'Istituto centro tumori, chiamato anche Besta. Ricorderò sempre quella mattina che ho varcato quella soglia dell'ospedale, la bella giornata di sole, il caldo, pur essendo una giornata all'inizio di maggio...... e mentre il mio amico sbrigava le varie pratiche di accettazione, con file, ticket e quant'altro, nell'androne di questa grande sala, guardando i volti delle persone che vi dimoravano temporaneamente, mi sentivo un privilegiato dalla vita, dentro me, cresceva quella strana sensazione quasi di colpevolezza per non essere uno di loro, per essere e sentirmi diverso, sentirmi bene, stare bene e non provare le preoccupazioni di tanti per l'esito di quella visita, come il mio amico, che a guardarlo voleva essere tranquillo, ma che sotto sotto...... era contento che io fossi lì a sostenerlo, a confermare che non era solo. Quella giornata mi turbò profondamente, vedendo sopratutto vari bambini con segni evidenti sui loro volti, teste, braccia, di quello che era stato il cercare di sconfiggere questo dannato male e comunque non sapere se fino alla fine chi riuscirà a cantare veramente vittoria. In quel posto ho visto che questo male non ha età, non si fa problemi di colore della pelle, differenza di religione, di estrazione sociale, ma anche di diversità di identità, dove almeno per me non esiste e mi riferisco a coloro che noi tutti reputiamo diversi solo per il fatto di essere gay o lesbiche. Ma tornando alla questione di fondo, ho visto che il tumore non si schifa di nessuno è l'unico su questo pianeta che riesce a conquistare chiunque senza porsi problemi di alcun tipo. Non disdegna nessun corpo, vecchio o giovane che sia e si alimenta come un parassita portandolo lentamente alla morte. Negli ultimi 5 anni sono ritornato più e più volte in questo istituto e se anche non ho più subito l'impatto iniziale, qualcosa dentro me comunque mi faceva sentire sempre diverso e sopratutto sempre in vantaggio rispetto a loro. In questi ultimi mesi ho dovuto affrontare anche io questa malattia, ma per mia fortuna e caparbietà devo ammettere, sono riuscito a scoprirlo in tempo, a batterlo sul tempo, almeno spero........ ed ecco che la parola tumore è entrata a pieno nella mia vita, nella mia esistenza quotidiana. Sbigottito all'inizio, anche perchè lo stesso medico curante, ancora oggi è incredulo per l'accaduto, per la specie anomalo di displasia che ho avuto, ma che se lasciato lì, ignorato da parte mia per paura o per altra ragione, fra un po' di mesi certamente non sarebbe stato un tumore di forma benigna, perchè preso nello stadio iniziale, ma certamente sarebbe stato di forma maligna e anche aggressivo, visto la sua vera natura. Anche se mi sento quasi un miracolato per l'essere riuscito a scamparla, sono comunque infastidito e amareggiato che nell'album dei miei ricordi personali debba esistere anche questa parola tremenda e subdola....... che certamente dal giorno che ne è entrata a far parte non andrà più via, perchè adesso più di prima ne avrò terrore e timore e  a qualsiasi sintomo strano e inspiegabile, certamente penserò a lei e alle sua potenzialità....... già solo il fatto che dovrò comunque ogni anno sottopormi a controlli specifici, mi obbligherà a ricordarlo e riviverlo e non andrà più via........ questa è la sensazione che provo. Il mio amico qualche settimana fa è stato congedato, anzi dimesso completamente, perchè dopo dodici anni i medici ritengono che tutto è finito e che la battaglia e la guerra l'ha vinta lui. Il cancro è stato sconfitto ed io ho gioito con lui in quell'ospedale dove altri invece hanno ancora lacrime al posto del sorriso e terrore al posto della gioia. Si è vero si può vincere e si deve andare avanti, continuare a vivere come si faceva fino a quando lui non è entrato nella tua vita, ma non è facile dimenticare, specie per un qualcosa che non riesci a vedere e sentire se non fino a quando potrebbe essere troppo tardi. Prevenire è la cura migliore, la tempestività riesce a giocare un fattore a proprio vantaggio. E' importante farlo per noi stessi e per tutti quelli che amiamo e portiamo nel cuore. Certo non ti assicura di vivere all'infinito, ma certamente ti aiuta ad avere i giorni che ti spettano di diritto nella vita. Oggi non mi sento più un privilegiato, fortunato sì! per aver saputo capire che qualcosa in me non stava funzionando come doveva e allarmarmi con il giusto risultato di riuscire a scamparla alla grande, ma non più un privilegiato........ quella brutta parola ora appartiene anche a me e a volte la sento scolpita nel profondo dell'anima e vorrei cancellarla, dissolverla nell'aria, così come è apparsa...... ma non riesco. La  notte a volte mi risveglio e mi metto a pensare e ripensare a quei momenti dopo aver appena letto il primo risultato istologico e dove mi domandavo: e adesso cosa sarà di me? come farò ad affrontare l'imminente futuro, quali saranno le conseguenze? il lavoro? la normalità? la quotidianità che già non mi stava più appartenendo........
Non è facile e capisco, ma sopratutto mai giudicherò chi fà delle scelte drastiche, ingiuste sicuramente, altamente egoistiche, solo perchè non hanno la forza e il coraggio di affrontare quel domani difficile, quel futuro che si presenta così dannatamente incerto, dove la paura la fa da padrone insieme all'angoscia. Ho ancora un domani e dopo di esso altri giorni a venire e sono grato alla vita per questo e ancor più al mio destino, ma niente sarà più come alcuni mesi fa....... perchè quel segno esiste e resta impresso nel mio cuore e nella mia mente e nessuno mai riuscirà a cancellarlo....... ma la vita va avanti ugualmente e noi cercheremo di viverla nel miglior modo possibile...... ma quando si viene minati in questo modo....... sai che nulla è veramente per sempre e apprezzi anche le cose che prima ti sembravano superflue e insignificanti....... Certamente ne trae vantaggio la tua spiritualità e il tuo modo di vedere le cose, di apprezzare le cose, specie quelle che ti vengono offerte e regalate più di quelle che riesci a conquistare con fatica e di quelle inaspettate per lo più.
In ogni caso è importante non rassegnarsi mai e combattere sempre affinchè la vittoria la si possa conquistare e gratificarsene. Viviamo la vita, ma sopratutto difendiamola ad ogni costo, perchè non esiste bene più prezioso su questo mondo e nella sua vita di ogni uomo.

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